Progetto per il restauro e la progettazione del Parco di Villa Correr Dolfin

Il progetto del ridisegno del parco di Villa Correr Dolfin si è mosso sui temi della reinterpretazione degli spazi attribuiti storicamente alla villa e recuperabili per il nuovo ruolo che questo spazio pubblico assume nella città diffusa della conurbazione pordenonese.

Lo sviluppo della diffusione insediativa in tutto l’ambito di Porcia-Pordenone-Cordenons ha di fatto modificato il paesaggio della zona delle risorgive appiattendolo e occupandolo in parte. Rispetto al paesaggio antico e a quello nuovo la villa dei Correr ha un ruolo centrale in un ambiente da sempre multipolare.

Il ruolo della villa rispetto al futuro del territorio deve tener conto anche delle trasformazioni degli stili di vita che stanno influenzando la contemporaneità. Il parco non deve essere solo un luogo cinto rispetto alla città diffusa (quella da 100.000 abitabitanti) ma deve integrarsi con questa e soprattutto aprirsi a quell’ambiente di frangia urbana che ancora conserva un rapporto con la campagna.

Restauro interpretativo

Ricostruire il sistema del giardino della villa non è stato facile. Non ci sono molte testimonianze di quello che doveva essere l’originario parterre. La presenza dei due portoni di accesso al giardino sul lato nord ci conferma che la dimensione del giardino formale era contenuta dalle due barchesse e dai due cancelli. Questo spazio è definito con estrema precisione dal disegno che il 6 aprile del 1686 viene prodotto da Iseppo Cuman. All’epoca la villa doveva essere in fase di completamento, ma il recinto del giardino formale era stato perfettamente definito attorno al parallelepipedo principale. Il grande parco del recinto non è ancora visibile e senza dubbio diventa difficile capire se c’era l’intenzione di espirmere un disegno di parco anche nel limitrofo grande spazio trapezoidale. La carta non mostra il muro di cinta, mentre segna in modo chiaro il corso d’acqua di risorgiva che attraversa i campi della proprietà. Quel corso d’acqua che darà vita al disegno del brolo con la contrapposizione tra pieni e vuoti che troviamo indicati nelle piante successive.

La richiesta inoltrata dal perito al Magistrato sopra Beni Inculti era tesa a realizzare una peschiera di famiglia utilizzando due piccoli laghetti pubblici. Il disegno mostra la villa inserita in un paesaggio di campi e case sparse ricco di zone umide.

Il grande brolo trapezoidale fu realizzato probabilmente dopo il 1715 e probabilmente fu pensato come a un lugo in cui l’arte dei giardini si univa all’arte dell’agricoltura costruendo un paesaggio campestre, ma governato nei valori estetici e formali.

L’inventario del 1718 non ricorda né il brolo né il giardino, mentre quello del 1750, nell’identificare le due categorie degli spazi scoperti, sembra testimoniare come il primo fosse esteso anche fino all’ingresso settentrionale della villa. Il giardino formale era sopravvissuto alla riforma solo a Sud della residenza padronale, sistemato con quattro grandi aiuole bordate da piante verosimilmente sempreverdi.

A fianco del giardino troviamo quindi un brolo di grande dimensione dove forme del paesaggio e dell’agricoltura sembrano fondersi in uno strano connubio: «Campi 16 in circa di Brollo, per la maggior parte piantati ultimamente di vigne, compresi nelli campi 16 sud ti Peschiere di Campo uno e mezo; stradoni piantati di Carpani et altro che serve solo d’ornamento di detta Casa». Questa è la sola descrizione che abbiamo del brolo dei Correr e ci presenta un ambiente, appunto agricolo, con le piantate delle viti che iniziavano dalla grande carpinata che seguiva il lungo viale. Questo asse organizzava tutto il brolo e intercettava il piccolo corso d’acqua che nel frattempo era stato modellato per ottenere due figure piuttosto interessanti. Una vasca d’acqua circolare, di fatto una peschiera, e un grande cerchio umido probabilmente boscato a creare un grande pieno.

Uno studio dettagliato delle poche fonti cartografiche e dei segni rimasti ancora nel suolo hanno fornito nuovi dati interpretativi per comprendere questo luogo, interpretazione che si è avvalsa dello studio storico di Francesca Venuto.

Sappiamo, per esempio, che le vigne erano piantate su prato «et il fieno che rendono nel sito che si può segare, essendo terreno sassoso”. Almeno per la denuncia fiscale la vigna del brolo rendeva molto poco “di maniera che di gran lunga le spese annuali intorno alle vide stesse la loro Rendita e fatto il computo degl’ultimi anni tre si è raccolto un anno per l’altro vino mastelli n°9 1/4”.

Un decimo della superficie del brolo era interessata dall’acqua destinata all’allevamento del pesce e non al semplice artificio giardinesco. Il brolo intero era legato anche formalmente ai temi della produzione del cibo. Vigne, frutteti e acque accompagnavano la composizione degli spazi verdi segnata dai viali di carpini. Forse la villa non ebbe mai un parco vero e proprio, ma questo particolare ambiente coltivato, destinato anche alle passeggiate lungo i viali delimitati da fitte carpinate, è un episodio di grande interesse per la storia del giardino in Friuli.

Oggi questo spazio sta diventando un bene importante per costruire una narrazione capace di esprimere, con l’arte dei giardini, il rapporto che la società contemporanea ha con l’agricoltura e la campagna.

mappa Pasiani  1787

Agricoltura e città

Il tema del rapporto tra cittadini e agricoltura oggi attraversa la società contemporanea al punto che sono diventate ora più che mai centrali le politiche che legano il cibo alla città attraverso pratiche di produzione e distribuzione. L’agricoltura di prossimità, le produzioni locali, il cibo a chilometro zero o autoprodotto, gli orti sociali, stanno costellando di esperienze nuove la periferia della città policentrica.

Le aree agricole non sono più solo uno spazio di riserva per le nuove espansioni, ma cominciano ad essere lette come un elemento di valore. Per questo la ricerca progettuale ha puntato a interpretare l’agricoltura quale motivo trainante del recupero di giardino e brolo di Villa Correr. Così come nel ‘700 la famiglia veneziana aveva costruito un ambiente che univa il giardino all’agricoltura, così oggi ricomporre quella esperienza storica può essere l’occasione per costruire un ambiente di supporto alla città e al suo rapporto con l’agricoltura.

Il Parco Agricolo e il giardino formale

Il progetto preliminare ha espresso le possibilità di costruire un ambiente in cui si possa narrare del nuovo significato che l’agricoltura viene ad avere nel contesto della modernità. Si sono proposti usi compatibili con la tradizione delle aree scoperte della villa dei Correr modulandoli in relazione al significato storico dei diversi ambiti delle superfici a verde. Un discorso a parte è stato il giardino formale di cui è prevista la reinterpretazione sulla base della trattatistica dell’epoca e delle poche memorie dell’impianto. Il suo aspetto ricostruirà l’originario recinto seicentesco prevedendo un trattamento diverso per le aree poste lungo l’originario viale d’accesso, oggi distrutto, o nella porzione di giardino posta a est e accorpata solo nell’800 al sistema del parco della villa.

La piazza di Rorai

Sul lato Est si sono disegnati gli spazi verdi con un carattere più urbano, rispetto a quelli che si possono pensare per il parco storico. In origine la strada pubblica passava in fregio alla barchessa oggi ristrutturata per essere la sede della scuola di musica. Questo ampio lotto agricolo era posto in fregio alla Brentella ora interrata e serviva per il controllo del flusso del legname che proveniva dalla montagna ed era indirizzato a Venezia. Su questa porzione di lotto agricolo accorpato alla villa in realtà non si pervenne mai a un vero disegno di parco e questo ha consentito di fornire delle possibilità nuove. Per esempio costruire una piazza pubblica a forma di giardino che diventi un elemento di centralità per la frazione di Rorai. Qui il progetto ha previsto spazi di giardino moderni, che possano anche divenire dei community garden, dove attivare l’impegno di cittadini e associazioni interessate a una gestione comune del verde pubblico. Del resto il fatto che ci si trovi all’esterno delle zone di giardino e brolo storici ha offerto la possibilità di esplorare le forme più moderne dei temi della progettazione degli spazi verdi.

Attenzione per l’agricoltura urbana

Alcuni dei settori posti a monte del brolo, chiamato ‘il recinto degli orti’ erano usati come terreni di orticoltura fin dalla costruzione della villa. Per questa zona lo sviluppo di forme di organizzazione di orticoltura sociale potrebbe essere una maniera interessante per recuperare spazi con disegni che implementano la socialità dello spazio pubblico. Anche l’utilizzo di queste aree per coltivazioni particolari, di specie antiche o di nicchia, può rappresentare un’esperienza interessante. Il progetto prevede anche il recupero di alcuni edifici abbandonati all’interno di questo settore. Edifici che possono essere usati per diventare spazi polifuzionali per funzioni legate al tempo libero e al turismo e di servizio per le associazioni del territorio.

Un’attenzione al PSR

La barchessa ovest di Villa Correr, invece, può diventare il salotto buono per le attività e le imprese che nella provincia si muovono nei confronti di un’agricoltura di qualità. Nel luogo delle cantine di Villa Correr potranno trovare spazio enti e società che vogliano proporre il territorio e la sua tradizione agricola. Il progetto preliminare, nella sua struttura modulare, per schede dei singoli lotti funzionali, ha indicato anche il restauro di questi locali di servizio alle attività di promozione e vendita del prodotto agricolo locale.

Lo schema progettuale è dunque configurato per poter essere estrapolato a seconda delle possibilità di finanziamento per singoli lotti in relazione allle diverse misure di PSR che vengono bandite nel tempo.

In tale maniera potrebbe diventare più agevole trovare via via i fondi per interventi di restauro di questo prezioso bene architettonico, completando la rifunzionalizzazione delle barchesse della villa e degli edifici esistenti nel parco.

Salvaguardia delle attività in essere

Il progetto preliminare del giardino e del brolo ha tenuto in considerazione la possibilità di conservare gli usi che già oggi si promuovono nel parco (concerti, feste, rievocazioni, ecc) in modo che questo enorme spazio aperto possa essere continuamente rinnovato nell’offerta sociale e turistica.

La progettazione è stata svolta con la partecipazione dei cittadini e delle realtà associative che intervengono o interverranno nel parco come si può leggere dal blog:

https://parcocorrerdolfin.wordpress.com

La finalità progettuale è stata di creare un parco con spazi ricchi di occasioni e attività e non uno spazio verde “imbalsamato”.

Il progetto preliminare in sintesi

Il progetto preliminare, in sintesi, ha definito le funzioni per le diverse aree del parco modulando anche i diversi linguaggi della progettazione dei giardini.

Le aree funzionali sono:

a) l’ampliamento novecentesco: la nuova piazza verde

La piazza Giardino e l’ex viale di accesso identificano le aree unite al parco della villa dopo la fine dell’800. Qui si è liberalizzato l’uso pubblico, aprendo parte del verde e trasformando lo storico campo in riva a una Brentella ormai interrata, in una sorta di piazza verde caratterizzato con possibili attività di giarginaggio pubblico e con giochi inclusivi e aree di sosta, nonché con spazi attrezzati per il fitness delle persone mature.

b) il ‘recinto degli orti’: gli edifici agricoli e il vecchio orto

I settori dei servizi abitati dai giardinieri e dalle loro famiglie saranno recuperati per accogliere servizi associativi a scala urbana intervenendo con la previsione di pluriusi e di usi temporanei dei volumi. Qui è prevista la funzione di orticoltura sociale e partecipata con finalità anche didattiche e di studio di varietà antiche, oltre che spazio ludico inclusivo e a disposizione per il tempo libero e ricreativo.

c) Il giardino formale seicentesco

La ricostruzione e reinterpretazione del giardino formale chiuso nel rettangolo definito originariamente dalle cancellate nord e sud e dalle due ali di barchesse.

d) Il brolo settecentesco

La ricostruzione/reinterpretazione del brolo dell’agricoltura che continuerà ad essere il settore del parco con una funzione ideale collegata all’economia dell’agricoltura del pordenonese e che avrà come spazi di servizio le barchesse occidentali, uno spazio polifuzionale al posto della ex stalla e un edificio utilizzabile dalle associazioni. Il grandissimo brolo sarà anche lo spazio delle iniziative pubbliche e di prestigio.

e) il ‘prato stabile’

Da ultimo ma non ultimo, data la sua posizione fronte la villa e lungo il muro di cinta antico, anche il ‘prato stabile’ è stato preso in considerazione per un suo ‘restauro’, per poterne apprezzare la varietà botanica con una sua corretta gestione.

NB: Il progetto, in dettaglio è leggibile e scaricabile da: https://parcocorrerdolfin.wordpress.com

Sul blog si può leggere tutto il processo partecipativo alla progettazione con i cittadini nei diversi incontri realizzati nel parco.

mappa catasto austriaco  1831