La Mappa di Comunità sul paesaggio archeologico di Quarto d’Altino, 2012

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La charrette organizzata a Quarto d’Altino ha avuto lo scopo di coinvolgere la popolazione a monte del processo di pianificazione comunale fornendo la possibilità al laboratorio di integrare i saperi tecnici dei professionisti con i saperi locali della popolazione residente, mai sufficientemente attrezzata per partecipare al ‘disegno’ delle trasformazioni territoriali.
Il laboratorio di urbanistica partecipata è stato quindi proposto come uno strumento per costruire un processo condiviso di riconoscimento dei valori territoriali di Quarto d’Altino sviluppando in modo particolare il tema del paesaggio agrario e delle memorie storiche. Il paesaggio di Quarto d’Altino è un ambiente produttivo e frequentato, solcato da infrastrutture e acque, un territorio in cui gli elementi “fossili” convivono con la produzione e la residenzialità.
Cogliere e aiutare a leggere la dimensione storica del paesaggio altinate ha il senso di introdurre negli strumenti di pianificazione locale un nuovo significato nel rapporto di costruzione del piano con gli abitanti. I residenti non saranno contattati ex-post dopo che una bozza dello strumento sia stata approntata dai professionisti incaricati, ma prima e mentre viene elaborato lo strumento stesso. Questo processo laboratoriale ha permesso di tarare, in anticipo rispetto allo strumento urbanistico di Quarto d’Altino, l’attenzione da prestare nella declinazione delle problematiche archeologiche.
L’iniziativa ha avuto un significato di concreta sperimentazione e si è articolata in diverse pianificate occasioni di incontro tra tecnici incaricati dalle amministrazioni regionale e comunale, docenti dell’Università IUAV e popolazione. Il laboratorio è stato strutturato in un calendario che ha previsto incontri laboratoriali e uscite sul territorio per l’indagine di campo e l’esplorazione. In tali occasioni si è posta particolare attenzione al tema del disegno e della individuazione di obiettivi facilmente raggiungibili e controllabili e a fare in modo che il processo stesso fosse una occasione per creare comunità. .
Nel processo più ampio del laboratorio si è costruita una “mappa di comunità” che fosse in grado di rappresentare il carattere archeologico del paesaggio così come veniva percepito dagli abitanti partecipanti o intervistati. L’obiettivo finale era quello di disegnare la carta dopo un progressivo lavoro di conoscenza e rappresentazione. Per fare questo è stato invitato al laboratorio un disegnatore (Eugenio Belgrado) che dotato di una lavagna luminosa schizzava in tempo reale le impressioni, i dubbi che emergevano dall’assemblea.

Questi schizzi sono serviti in parte per giungere alla definizione delle adeguate rappresentazioni dei luoghi. Rappresentazioni che non volevano essere realistiche, ma che dovevano definire il senso di luoghi ed edifici sparsi sul territorio.
Il tempo dedicato a questa operazione è stato sufficiente perché erano stati considerati anche i tempi per l’evolversi di una libera e creativa improvvisazione, dimostrando una flessibilità utile per raccogliere spunti e idee. Si tratta comunque di una carta “infinita” nel senso che dovrebbe essere continuamente rielaborata dalla comunità locale e in questo senso l’amministrazione di Quarto d’Altino ha stampato migliaia di copie della stessa invitando i cittadini ad usarla come uno strumento nel quale segnalare nuovi luoghi e oggetti territoriali per un continuo aggiornamento del documento.

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