Progetto di Economia Locale Autosostenibile LR10/2010+PSR – Comune di Pinzano al Tagliamento

IL RITORNO DELLA PINZANO DEL FUTURO, IL BOSCO RITORNA PRATO

Il progetto di riconversione bosco/prato messo in atto dall’Amministrazione Comunale di Pinzano al Tagliamento punta a sviluppare un’economia locale autosostenibile, attraverso il recupero di parte del territorio diventato ormai inaccessibile.

Nell’ottica di rivitalizzare il paesaggio e l’economia locali, messi in crisi dall’avanzamento del bosco e dagli abbandoni agricoli che si uniscono ad una parcellizzazione delle proprietà sempre più insostenibile, l’Amministrazione Comunale si è attivata attraverso l’elaborazione di una Carta del Paesaggio per la diagnostica e l’elaborazione di strategie sostenibili per il patrimonio territoriale pinzanese, nell’ambito della redazione del Piano Paesaggistico Regionale.

Tra le principali questioni emerse ai tavoli partecipativi della Carta del Paesaggio, organizzati nelle varie frazioni, il prioritario problema enunciato è stato l’avanzare del “bosco” di neoformazione con i conseguenti rischi per la salute della cittadinanza, uniti al pericolo degli incendi boschivi, al sempre più impattante fenomeno del dissesto idrogeologico e alle conseguenze per la già fragile agricoltura locale messa in crisi dalla pressione della vegetazione e della fauna selvatiche. Proprio la vegetazione spontanea che negli anni si è sostituita ai prati, ha assunto un carattere di forte invasività, modificando i paesaggi, facendo scomparire sentieri, insinuandosi e lesionando i muri in pietra e dimostrandosi impattante persino per le piante stesse già ivi presenti che si trovano spesso ad essere ricoperte da edera o soffocate dai rovi.

 

Il Comune di Pinzano può contare su un volontariato attivo ed attento al territorio che in più occasioni ha cercato di intervenire nei siti in questione. I volontari però si sono trovati di fronte ad una “lotta impari” rispetto alle risorse ed alle persone messe in campo, incidendo in modo non sempre completo sulle superfici e vedendo spesso vanificato il proprio lavoro nel giro di qualche settimana con il rinvigorirsi della vegetazione, soprattutto nel periodo estivo.

Per dare risposta a tutto l’ architetto Andrea Bernava e il vicesindaco Emiliano De Biasio hanno rispettivamente ideato e attuato una sinergia progettuale tra la Legge Regionale 16 giugno 2010 n.10 “Interventi di promozione per la cura e conservazione finalizzata al risanamento e al recupero dei terreni incolti e/o abbandonati nei territori montani”  e il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020.

Con l’Amministrazione Comunale si è quindi elaborato un progetto innovativo a costo zero, mediante l’utilizzo di risorse finanziarie europee (5.000 € annui per 15 ha da PSR 2014/2020) e regionali (55.000 € per 15 ha da Lr 10/2010), riguardante il restauro e la manutenzione del paesaggio a favore dell’economia locale.

La progettualità messa in campo è risultata  meritevole e una volta ottenuti i finanziamenti è stato redatto e indetto un Bando Pubblico per individuare un’azienda zootecnica che si occupi del recupero (riconversione da bosco a prato) e del successivo mantenimento (attraverso il pascolo e lo sfalcio) dei terreni incolti e abbandonati di proprietà comunale, sui quali far rivivere alcuni tra i monumenti storici di maggior rilievo come il colle del Castello o il Col Pion dove si trova il Sacrario Germanico, così come il parco del mulino di Borgo Ampiano e l’area golenale del Pontaiba. L’obiettivo è dunque quello di intervenire in modo efficace in aree di verde pubblico, che possiedono altresì un elevato valore storico-paesaggistico riconosciuto dalla cittadinanza.

Tale azione virtuosa favorisce inoltre in prospettiva un possibile modello di gestione comune di aree private contermini, in grado di recuperare un uso delle risorse umane, economiche e valoriali della comunità pinzanese. A tal fine la scelta di partire con questa sperimentazione proprio da delle aree comunali non è casuale. Il fatto che parte delle superfici verranno manutentate attraverso il pascolo brado apre inoltre la strada a diverse formule di turismo sostenibile, lento o rurale che dir si voglia. Oltre a l’attrattiva che verrà costituita dal processo in sé, sono infatti attivabili, solo per fare degli esempi, processi che portino alla creazione di prodotti a chilometro zero, così come trekking dedicati e formule innovative di turismo esperienziale.